
Impronte nasce nel 2020 come mostra retrospettiva di Remo Rachini, ospitata presso gli spazi della Basilica di San Celso.
Dal 2021, in occasione della sua seconda edizione, Impronte si trasforma in un contenitore d’arte in cui le opere di Rachini dialogano con musica e letteratura.
Ogni anno, in qualità di responsabile della sezione espositiva, Remo Rachini proporrà un tema intorno al quale creare un momento di riflessione culturale che darà l’opportunità ad altri artisti a lui affini di esporre le proprie opere.

IMPRONTE 2021 >
11-23 Ottobre 2021 - Basilica di San Celso
Corso Italia 37, Milano


"Erbe, foglie, fiori, cortecce d’albero sono i soggetti delle opere di questa mostra. Un modo per interloquire con la Natura andando a cogliere gli aspetti meno eclatanti di un mondo vegetale che ci circonda e condivide il nostro quotidiano.
Le ricerche di Remo Rachini e di Anna Roberti hanno in comune non solamente l’attenzione per il dettaglio e la curiosità per queste vite altre da noi, ma perseguono la sperimentazione di tecniche espressive che convergono nel fissare su carta o su sottili tessuti le impronte di quelle vite, di quelle storie. Ecco perché evoco il De rerum natura di Lucrezio per un’esposizione che intende proporre al visitatore una sorta di duplice approccio al mondo naturale che ha il sapore dell’evocazione di viaggi, ma che sono in realtà itinerari domestici, dei ricordi di una tarda estate, della ricerca di un senso, a tratti persino classificatorio, di una varietà di segni e di forme che costellano il nostro campo visivo persino per le strade delle città, tra i binari della ferrovia, lungo i marciapiedi, in un parco urbano, tra i campi incolti e tra le rovine.
Un duplice percorso, quello proposto da Rachini e da Roberti, che è anche un richiamo alla responsabilità personale e un incitamento alle persone affinché prendano coscienza della realtà attraverso testimonianze e segni minuti."
Valerio Terraroli

IMPRONTE 2020 >
15-29 Settembre 2020 - Basilica di San Celso
Corso Italia 37, Milano

"L’eco delle “morte stagioni”, delle vite trascorse, il senso del tempo e della rigenerazione perpetua della Natura si riconoscono nelle opere che Remo Rachini ha creato sul tema degli alberi dal 2015. Tronchi di alberi abbattuti o morti per senescenza che, imprevedibilmente, rivelano un interno prezioso e complesso costituito da una tessitura di schegge di vetro di bottiglie blu.
Nelle opere Tronco 1 e Tronco 2 l’obiettivo è mantenere intatta la natura organica della pianta, esaltata nel contrasto tra il legno nodoso e il mosaico di schegge di vetro, mentre nelle più recenti Impronte corticali (2019), realizzate partendo da un frottage, la scelta si è fatta più squisitamente concettuale con l’intendimento di catturare e fissare le tracce delle vite, delle storie individuali che con gli alberi hanno interagito o di cui gli alberi sono muti testimoni.
Le Impronte corticali, a chi sa guardarle con curiosità e attenzione, non rivelano soltanto un organigramma geometrico o la condivisione con qualunque essere vivente di strutture regolate da un sistema di equilibri e proporzioni, ma anche i segni di storie e sentimenti umani.
Quello che Rachini ci propone è solo in apparenza un gioco combinatorio, un’abilissima esecuzione, in realtà ogni sua opera è sempre una precisa analisi delle leggi naturali, una rimeditazione sul senso delle cose."
Valerio Terraroli
